I pericoli dell'ambiente naturale

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Frane, valanghe, alluvioni e terremoti costituiscono alcune tra le principali calamità naturali, vale a dire quei pericoli presenti nel territorio che nascono da processi naturali.

In realtà molti dei fenomeni che definiamo "calamità" sono dei normali fenomeni della natura e fanno parte delle trasformazioni e della vita stessa del nostro pianeta.

L'uomo ha sempre cercato di controllare gli effetti distruttivi che le forze della natura possono provocare, ma non sempre è stato possibile. Certo molte scienze attivate in questa direzione hanno aiutato a prevenire esiti disastrosi, come la meteorologia o la sismologia (lo studio dei terremoti), ma l'uomo non può arrivare ad un controllo totale della natura, per questo la difesa migliore rimane ancora la conoscenza di questi fenomeni finalizzata all'acquisizione d'idonei comportamenti che ci aiutino nelle diverse situazioni.

 

Le frane

Una frana avviene quando delle masse di roccia si staccano da pendii più o meno ripidi e cadono, o scivolano, verso il basso sotto l'azione della forza di gravità.
Ogni frana è un evento a sé, nel senso che può essere generata e si può sviluppare a seguito di elementi e situazioni locali molto varie. Essa è fondamentalmente caratterizzata da "fattori predisponenti", ossia fattori che creano situazioni favorevoli alla sua generazione, come la natura e la struttura del suolo, la pendenza dei versanti o l'inclinazione degli strati, e "fattori determinanti", ossia fattori che danno il via al movimento franoso, quali le piogge, le infiltrazioni d'acqua nel terreno, i terremoti, ecc.

Le frane possono essere provocate da cause naturali, quali la pioggia o la presenza di fratture nel terreno, e da cause artificiali, quali la costruzione d'edifici sui pendii, o il disboscamento, che priva il terreno della protezione delle radici. Per questo motivo è sempre molto importante rispettare la natura, il cui equilibrio regola con armonia le forze che l'uomo invece tende a violare.

      ⇒ Tragedia del Vajont del 1963

      ⇒ Disastro di Sarno del 1998

 

Che cosa fare se si viene coinvolti in una frana?

È praticamente impossibile individuare precise norme di comportamento nel caso si fosse stati coinvolti in tale situazione, poiché gli elementi che caratterizzano una frana sono molteplici e di difficile controllo.

Se vi trovate all'interno di un edificio mentre la frana è in atto o si sta avvicinando ricordate che questo luogo può non essere sicuro, né garantire alcun riparo, cercate quindi di uscire ed allontanarvi adottando gli stessi comportamenti suggeriti per il terremoto.

Se state percorrendo una strada in macchina ed una frana è appena caduta, cercate di segnalare il pericolo alle altre automobili che potrebbero sopraggiungere, con i mezzi che avete a disposizione (ad esempio il triangolo di segnalazione che si trova in macchina) e correte a dare l'allarme al più vicino centro abitato.

 

Le Valanghe

Quando la neve che si è accumulata su i fianchi di una montagna si stacca dal piano d'appoggio (terreno o altra neve più vecchia) e precipita a valle, siamo in presenza di una valanga. È un fenomeno simile alle frane, ma da queste si differenzia perché si manifesta senza particolari segnali di preavviso, in pochi secondi, sviluppando un'impressionante potere distruttivo. La potenza di una valanga dipende principalmente dall'ampiezza della superficie instabile e dalla natura della neve; per una neve definita umida, la velocità di discesa può variare dai 50 ai 100 km/h, mentre per una neve farinosa, in pratica più leggera, la velocità può raggiungere anche i 200 km/h.

Che cosa fare se si viene coinvolti in una valanga?

Il comportamento deve essere innanzi tutto finalizzato ad evitare di avventurarsi in zone sconosciute e senza guida; dovete inoltre sapere che le valanghe tendono a verificarsi negli stessi luoghi e negli stessi periodi e pertanto basta consultare una carta di rischio dei territori montani soggetti a tal eventualità e prestare attenzione ai bollettini di informazione sulle valanghe diffusi per radio.

Se decidete di fare una gita in montagna è preferibile spostarsi di mattina presto, scegliere i percorsi più alti, evitando il fondo valle e guardare sempre verso l'alto in modo da controllare l'eventuale distacco di una valanga.

Se venite travolti da una massa nevosa dovete simulare i movimenti che fareste nuotando per restare a galla e cercare di tenere il viso libero dalla neve.

Finito il movimento sarà difficile orientarsi e stabilire qual è l'alto e qual è il basso; in questo caso il consiglio che segue potrà sembrare un po' strano, ma in realtà non è così: vi potete aiutare sputando, dato che per la forza di gravità lo sputo cadrà sempre verso il basso...

Un'ultima informazione, altrettanto incredibile: sotto la massa nevosa di una valanga si riesce a resistere più a lungo di quanto non si pensi, circa 3 ore ad un metro di profondità e circa 45 minuti a 3 metri.

 

Le Alluvioni

Un'alluvione avviene quando una zona, che normalmente è asciutta, è allagata dalle acque che traboccano dalle rive o dagli argini di un fiume in piena a seguito di piogge prolungate e di forte intensità.

      ⇒ Alluvione del Polesine del 1951

      ⇒ Alluvione di Firenze del 1966

      ⇒ Alluvione di Ancona del 1959

      ⇒ Disastro di Sarno del 1998

 

Che cosa fare se si viene coinvolti in un'alluvione?

Un'alluvione non è quasi mai un fenomeno che si sviluppa con una rapidità tale da impedire di mettere in salvo persone e cose.
Nella maggior parte delle situazioni verificatesi gli enti preposti alla salvaguardia della popolazione (Vigili del Fuoco, Esercito, ecc.) sono intervenuti con tempestività, organizzandone l'esodo e dislocandola in luoghi sicuri. In questi casi il fattore più importante è mantenere sempre la calma senza farsi prendere dal panico.

Per affrontare una tale situazione possono essere utili i seguenti consigli:

  1. Nei locali minacciati dall'acqua si dovrà staccare la corrente elettrica, ma non bisogna eseguire tale operazione se il luogo in cui si trova l'interruttore generale è già inondato.
  2. Dopo l'inondazione non rimettere subito in funzione apparecchi elettrici che siano stati bagnati dall'acqua.
  3. Se abitate in una casa a più piani e l'acqua impedisce di uscire perché il livello è ormai molto alto, rifugiatevi ai piani più alti o, eventualmente, sul tetto.
  4. Mettete in un luogo sicuro le sostanze che potrebbero essere fonte di inquinamento come insetticidi, pesticidi, medicinali, ecc.
  5. Se l'acqua potabile presenta odore, colore o gusto che inducono a credere che sia contaminata, prima di berla bisogna sterilizzarla facendola bollire o utilizzando sistemi appropriati (ad esempio mettere uno o due cucchiai di cloruro di calcio per ogni litro d'acqua e lasciarla riposare per almeno trenta minuti prima di utilizzarla nella cottura dei cibi o per bere).

 

Gli incendi boschivi

Le cronache di questi anni hanno portato tristemente all'attenzione di tutti il problema degli incendi boschivi a seguito dei quali un'incalcolabile superficie del patrimonio boschivo del pianeta (boschi, foreste, pinete, ecc.) va lentamente scomparendo, facendo perdere quello che tutti consideriamo, giustamente, il "polmone dell'umanità".
Neanche il nostro paese è indenne da questa piaga e si continua ad assistere impotenti alla distruzione di questo bene comune.
Le cause che scatenano questi eventi possono essere principalmente le seguenti:

  • Autocombustione
  • Inosservanza da parte dell'uomo di semplici norme di prevenzione
  • Azione volontaria per rubare alla natura spazi su cui costruire o da impiegare per altri scopi.

Ma mentre la prima possibilità ha una frequenza piuttosto bassa le altre due sono, purtroppo quelle fondamentali e da combattere.

Cosa fare

Essendo il materiale combustibile rappresentato dalla vegetazione presente che, in funzione delle varie condizioni atmosferiche, può prendere fuoco più o meno facilmente (nella stagione secca ad esempio), il vostro comportamento deve adeguarsi alle varie situazioni, avendo cura di non provocare inneschi che potrebbero degenerare in un gigantesco incendio. L'innesco può essere rappresentato da una sigaretta accesa gettata per noncuranza su arbusti secchi, oppure da un fuoco acceso per un pic-nic e poi non adeguatamente spento.
Se vi trovaste in un bosco investito da un incendio ricordate questi elementari suggerimenti:

  • Per scegliere una giusta direzione di fuga osservate il fumo che proviene dall'incendio: se lo vedete venirvi incontro, allontanatevi dando le spalle al vento, se il fumo si allontana, allontanatevi camminando contro vento.
  • Evitate di inalare il fumo respirando attraverso un fazzoletto possibilmente bagnato.
  • Se siete vicino ad un fiume, dirigetevi verso le sue rive ed immergetevi nelle sue acque.
  • Se la respirazione diventa difficile a causa del fumo, ricordatevi che esso non arriva mai al suolo, distendetevi a terra e respirate lentamente, tenendo il naso a livello del terreno.
  • Se siete nelle vicinanze di una sorgente, raggiungetela a bagnatevi tutto il corpo e i vestiti; questo potrebbe esservi utile se doveste attraversare una zona surriscaldata.
  • Fate attenzione ai focolai, alle ceppaie e ai tronchi che ardono; passando vicino ad un albero bruciato o danneggiato fate attenzione a non essere colpiti da materiale che potrebbe eventualmente cadere.

 

I Vulcani

Il vulcano è un punto sulla crosta terrestre dal quale fuoriescono gas, vapori, materiali solidi e lava.
Questo materiale, che si trova all'interno della Terra in forma fusa e sotto pressione, alimenta il serbatoio magmatico del vulcano dal quale, attraverso un canale, fuoriesce sotto forma di lava e di colate.

Quali sono i vulcani attivi in Italia?

Vesuvio

Particolarmente rischiosa una ripresa dell'attività soprattutto a causa dell'addensamento urbanistico presente sulle falde del vulcano (circa 700 mila persone). L'ultima attività esplosiva è avvenuta nel 1944.

Campi Flegrei

L'ultima eruzione risale al 1538, avvenuta dopo circa 3000 anni di quiescenza. Nell'attività di prevenzione si sono effettuati spostamenti di residenti dal centro storico di Pozzuoli, in zone a rischio minore. Da 200 a 400 mila le persone interessate.

Vulcano

Le numerose eruzioni nella sua storia lo rendono pericoloso, l'ultima è avvenuta nel 1888. La sorveglianza è di livello elevato.

Etna

La sua pericolosità consiste soprattutto nella possibilità che certe colate raggiungano i centri abitati come accadde a Catania nel XVII secolo.
Nel passato più recente sono stati effettuati particolari interventi sul corso della lava per diminuirne il flusso e raffreddarne la colata. Sono stati imposti percorsi alternativi alle colate magmatiche con la creazione di sbarramenti artificiali, deviazioni e ramificazioni.

Stromboli

Il rischio non è di grado elevato anche se risente della presenza di urbanizzazione.

Chi è esposto al rischio vulcanico?

In Italia il rischio vulcanico interessa circa 2 milioni di persone residenti prevalentemente nelle zone dell'area napoletana, dei Campi Flegrei e sulle pendici dell'Etna.