La storia del Museo storico di Roma a Ostiense

La caserma di Testaccio

di Livio Toschi

Nella seduta del 25 febbraio 1907 il Consiglio comunale di Roma approva all’unanimità il Piano di sistemazione definitiva delle stazioni dei Vigili.
La lunga relazione dell’assessore Adolfo Apolloni si divide in due parti: la prima esamina le vicende del Corpo dei Vigili nella capitale a partire dal 1894 (anno in cui viene istituita una compagnia di "accasermati" in un vecchio stabile in piazza della Pilotta); la seconda propone una migliore organizzazione del Corpo (personale e mezzi) e la costruzione nel tempo di altre 6 stazioni di Vigili accanto a quella esistente in via Genova.
La prima da realizzare è la caserma di zona al lungotevere Tor di nona (Stazione II, Adriana).
Le altre sono: la Transtiberina, presso il palazzetto degli Anguillara; l'Esquilina, presso il mercato comunale a viale Manzoni; la Sallustiana, presso porta Salaria; la Trionfale, presso la piazza d’Armi; l’Ostiense, presso porta San Paolo.

La caserma di via Marmorata, angolo via Galvani, è inaugurata il 28 ottobre 1929.
Sorge presso il cimitero acattolico o "camposanto degli Inglesi", come lo chiamano i romani, costruito lungo le mura a ridosso della Piramide di Caio Cestio.
Il progetto della caserma si deve all'architetto Vincenzo Fasolo (Spalato, 1885 – Roma, 1969), che ha già eseguito lavori di trasformazione della Casa delle Civette a Villa Torlonia, la sistemazione del lungotevere Aventino, la costruzione di case per i dipendenti comunali in via Napoleone III, del Liceo Mamiani in viale delle Milizie e di svariate scuole elementari.
È anche responsabile dell'Ufficio progetti del Comune e del Governatorato, nonché membro del gruppo "La Burbera", che proprio nel 1929 presenta un progetto di variante al piano regolatore del 1909.
Fasolo avrà in seguito una brillante carriera accademica, realizzando inoltre – per citare solo l’opera più importante – il ponte Duca d’Aosta di fronte al Foro Italico (1936-39).

Nel grande isolato prescelto per la caserma già sorgono il carcere militare in via Marmorata (un tempo polveriera pontificia); il magazzino dei selci del Governatorato e la sede della Cooperativa Scalpellini in via Caio Cestio; la scuola Edmondo De Amicis e l'istituto Infantiae Salus in via Galvani.
In angolo tra via Zabaglia e via Caio Cestio, di fronte al cimitero, il 3 novembre 1929 s’inaugura il Campo testaccio, il "mitico" impianto in legno dipinto di giallo e rosso dove l'AS Roma gioca fino al 1940. Nel 1933, nel tratto di via Marmorata compreso tra la caserma e la Piramide, ha inizio la costruzione dell'ufficio postale progettato dagli architetti Libera e De Renzi.

La caserma ha un aspetto insolito, in quanto rivestita a bugnato rustico di tufo con elementi decorativi in travertino.
Il grande ingresso ha una spessa cornice che aggetta dalla parete e fa pensare alle porte che si aprivano nelle mura delle città medievali.
Nell'angusto cortile aleggia un’atmosfera quasi monastica, anche grazie al portico con volte a crociera che vi prospetta con i suoi archi a tutto sesto.

L'autorimessa (tra via Marmorata e via Galvani) si segnala per la forma a quarto di cerchio, con sette portoni disposti a ventaglio da cui escono veloci gli automezzi, ed è coperta da una terrazza in cemento armato.
Il complesso è dominato da una torre, per molti anni utilizzata non solo per manovre "di scala", ma anche per issare le manichette fino alla sommità e farle asciugare dopo il lavaggio nella sottostante vasca.

Al pianterreno si trovano gli uffici e i servizi, al primo piano i dormitori e nel seminterrato il museo Roma città del fuoco, inaugurato il 18 aprile 2002.

Dal 1994 la caserma è intitolata al vice-brigadiere Alberto de Jacobis, deceduto in servizio il 10 settembre 1943 durante gli scontri di Porta San Paolo.