Copertina Irpinia
Il terremoto dell’Irpinia
Anno
1980

Le 19.35 di domenica 23 novembre 1980 segnano l’inizio di una tragedia che entra nella storia del nostro Paese: un terremoto colpisce l’Italia meridionale e numerosi centri abitati delle province di Avellino, Salerno e Potenza vanno distrutti. Si registrano un alto numero di morti e feriti tra la popolazione civile e danni ingenti in vaste zone della Campania, della Basilicata e, marginalmente, della Puglia. Circa quattro milioni di cittadini hanno bisogno di soccorsi. Le scosse di quella drammatica serata sono due: la prima, la più potente, ha una magnitudo pari a 6,8° della scala Richter, l’altra, che segue a distanza di 40 secondi, è meno forte ma ha comunque effetti devastanti. Poi la terra trema ancora, ma con intensità decrescente. La zona colpita dal sisma comprende un’area di circa 17.000 chilometri quadrati, delineata a Nord dai comuni di Caserta, Benevento e Ariano Irpino, a Est da quelli di Melfi e Potenza, a Sud dai comuni di Battipaglia, Eboli e Sala Consilina e a Ovest dalla costa tirrenica. La natura geologica dei terreni coinvolti dal movimento tellurico, montagnosa per oltre il 70%, il verificarsi di frane che isolano interi paesi, il tempo inclemente che porta pioggia, neve, temperature basse e ridotta visibilità diurna, caratterizzano lo scenario dell’emergenza nei primi dieci giorni, quelli cruciali. L’allarme che scatta in tutti i comandi provinciali dei vigili del fuoco mette tempestivamente in moto la macchina dei soccorsi, che si attiva anche in regioni lontane dall’evento. Appena informati della gravità del sisma, circa 800 vigili della Campania e della Basilicata si portano sui luoghi della sciagura, suddivisi in squadre per operare al meglio nel vasto territorio colpito. Nel corso della prima notte affluiscono poi nelle aree colpite ben 1.105 unità operative dei vigili del fuoco. Organizzate in colonne mobili provenienti da tutta la Penisola, sono quindi affiancate da altri 660 soccorritori, appartenenti per lo più alle Scuole Centrali Antincendi. Nelle ore successive, giungono nelle zone terremotate 4.259 unità di soccorso, ovvero quasi un terzo di tutto l’organico del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. A supporto ci sono 1.101 automezzi, ordinari e speciali, e 4 elicotteri.

Nelle zone dell’epicentro si costituiscono i campi base dei vigili del fuoco con l’obiettivo principale di salvare il maggior numero di vite umane, di fornire assistenza ai superstiti e di aiutare chi fosse ancora sepolto tra le macerie. E per sei settimane il lavoro è ininterrotto: l’ultima vittima del sisma viene infatti ritrovata il 5 gennaio del 1981. Nel frattempo Giuseppe Zamberletti è nominato commissario straordinario per la Campania e la Basilicata e viene dichiarata la “calamità naturale di particolare gravità”. Vista l’estensione del territorio interessato dal terremoto, diventa necessario organizzare e razionalizzare l’impiego delle forze statali disponibili, per garantire la presenza capillare dei soccorritori. Mentre le squadre di specialisti dei vigili del fuoco e dell’esercito procedono ai primi interventi di emergenza, si attuano vari piani operativi rivolti soprattutto a: ospitare in tende la popolazione rimasta senza tetto; provvedere alla distribuzione di viveri e indumenti; costituire un sistema integrato di comunicazioni; coordinare l’afflusso dei soccorsi e istituire appositi centri di raccolta.

Alle operazioni di soccorso in Irpinia hanno preso parte complessivamente 4.792 vigili del fuoco. Determinante è stata la collaborazione con le altre forze del Paese, tra cui: l’Esercito (che ha contribuito con il numero più alto di uomini e mezzi), la Marina e l’Aeronautica Militare, i Carabinieri, la Pubblica Sicurezza, la Guardia di Finanza, il Corpo Forestale. Rilevanti sono stati anche l’impegno e la collaborazione degli Stati esteri, che hanno elargito donazioni in denaro e beni di prima necessità. Fra loro si sono distinti in particolare Austria, Belgio, Francia, Germania, Jugoslavia, Stati Uniti e Svizzera. Il 74% dei fabbricati dei comuni colpiti dal sisma risultò danneggiato.

Galleria immagini

Automezzi VF in zona di operazioni
Automezzi VF in zona di operazioni
Edifici distrutti dal terremoto
Edifici distrutti dal terremoto
Edifici in cemento completamente collassati a causa del sisma
Edifici in cemento completamente collassati a causa del sisma
Edifici lesionati dal sisma
Edifici lesionati dal sisma
I VVF forniscono l'acqua potabile alla popolazione
I VVF forniscono l'acqua potabile alla popolazione
Mezzi VF in azione per lo spostamento delle macerie
Mezzi VF in azione per lo spostamento delle macerie
Recupero salma
Recupero salma
Si scava tra le macerie
Si scava tra le macerie
Spostamento con la gru di travi e pilastri di un edificio crollato
Spostamento con la gru di travi e pilastri di un edificio crollato
VVF e militari dell'esercito scavano tra le macerie
VVF e militari dell'esercito scavano tra le macerie
VVF in azione tra le macerie
VVF in azione tra le macerie
VVF tagliano i tondini con il cannello ossiacetilenico da taglio
VVF tagliano i tondini con il cannello ossiacetilenico da taglio
  • Automezzi VF in zona di operazioni

    Automezzi VF in zona di operazioni

  • Edifici distrutti dal terremoto

    Edifici distrutti dal terremoto

  • Edifici in cemento completamente collassati a causa del sisma

    Edifici in cemento completamente collassati a causa del sisma

  • Edifici lesionati dal sisma

    Edifici lesionati dal sisma

  • I VVF forniscono l'acqua potabile alla popolazione

    I VVF forniscono l'acqua potabile alla popolazione

  • Mezzi VF in azione per lo spostamento delle macerie

    Mezzi VF in azione per lo spostamento delle macerie

  • Recupero salma

    Recupero salma

  • Si scava tra le macerie

    Si scava tra le macerie

  • Spostamento con la gru di travi e pilastri di un edificio crollato

    Spostamento con la gru di travi e pilastri di un edificio crollato

  • VVF e militari dell'esercito scavano tra le macerie

    VVF e militari dell'esercito scavano tra le macerie

  • VVF in azione tra le macerie

    VVF in azione tra le macerie

  • VVF tagliano i tondini con il cannello ossiacetilenico da taglio

    VVF tagliano i tondini con il cannello ossiacetilenico da taglio