Copertina Ancona
Il terremoto di Ancona
Anno
1972

Il terremoto più forte che la città di Ancona possa ricordare nella sua storia.

Un sisma lungo 11 mesi, ecco come chiamare il terremoto che destabilizzò la popolazione Anconetana. Era il 25 gennaio 1972, quando un terremoto, allora stimato al settimo grado della scala Mercalli, creò il panico nella stessa città ed anche in tutti i comuni limitrofi. Da quel giorno si scateno’ una serie di scosse finché nel mese successivo un’altra forte scossa fece prendere a molte persone la decisione di allontanarsi dalle proprie abitazioni. Sicuramente l’evacuazione della città e gli avvertimenti naturali dati dalla terra, fecero in modo di non creare vittime il 14 giugno sempre del 72. Una scossa come mai avvenuta prima scuote l’intera area marchigiana, l’intensità sarà del decimo grado della scala Mercalli ed il caos completo prenderà il sopravvento. Gli abitanti furono destabilizzati da tali avvenimenti ed il paese riportò diversi danni alle strutture, purtroppo il terremoto non provocò vittime direttamente ma qualcuno morì per lo spavento. Giovanni Maria Ferroni del Corriere Adriatico commentò cosi l’accaduto ” Nei rioni storici di Capodimonte, San Pietro, Guasco e Porto i crolli sono stati più numerosi; numerosissimi sono gli edifici gravemente lesionati al Piano, al Pinocchio, alle Grazie… una 500 è andata distrutta a causa della caduta della palla di pietra del campanile della Chiesa del Sacramento”.

Grazie allo spirito straordinario dei cittadini e, all’aiuto delle istituzioni, gli anconetani seppero rialzarsi alla grande, tutti si misero al lavoro senza sosta anche se non avevano un posto dove andare a dormire ed in poco tempo tutto rientrò nella normalità. Da quel giorno le costruzioni hanno seguito rigide regole antisismiche e ad oggi la città di Ancona è forse la più preparata d’Italia ad affrontare un sisma.

30 mila persone senza casa, migliaia di tende allestite in 56 punti della città, 1.500 persone ospitate nei vagoni ferroviari, altri mille nelle palestre e molti ancora sulla nave ‘Tiziano’. Poi la ricostruzione, velocissima e ‘integrale’, anche del centro storico. 3.500 abitanti di Ancona passarono la notte in vagoni ferroviari ed altri 600 in autobus urbani. In quei mesi l’abbandono della città da parte di migliaia di persone ebbe come risultato la paralisi economica della regione. Non solo Ancona fu colpita ma anche tutta l’area delle Marche centrali lungo il mar Adriatico. Colpite furono la provincia di Pesaro e Macerata, con danni ingenti a Camerano, Camerata Picena e Montemarciano e in decine di altri centri.

Notevole fu lo sforzo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che, oltre alle operazioni di ricerca sotto macerie e assistenza alla popolazione, gestirono una mensa nelle prime settimane successive al sisma per sfamare l'intera comunità anconetana.

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Sisma Ancona
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